Il percorso in breve
L’esplorazione del Parco nazionale della Majella inizia da Fara San Martino con il monastero di San Martino in Valle, per proseguire alle sorgenti sulfuree del fiume Lavino, al complesso monastico di San Clemente di Casauria e all’eremo di Santo Spirito. Non senza una sosta relax a Caramanico Terme e un tuffo nel gusto e nella tradizione a Sulmona.
È ideale per…
La proposta è ideale per il turista curioso che ama il gusto della scoperta. I piccoli borghi e gli eremi si alternano infatti a una natura affascinante di fiumi, gole e pareti rocciose da scoprire senza troppa fatica in un susseguirsi di piccole tappe, con un’occasione di trekking e una di benessere tra le montagne.
Dove soggiornare?
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1° giorno – Da Fara San Martino al Monte Amaro
L’itinerario ha inizio a Fara San Martino, piccolo centro sul colle che giunge fino a valle, una delle più suggestive terminazioni orientali del massiccio della Majella circondato dalle ultime vette rocciose e dai colori bruni e caldi.
Il paese si è formato attorno a San Martino in Valle, un monastero benedettino da cercare in località Vallone di Santo Spirito, oggi a circa un chilometro dall’abitato. Qui sono ancora visibili i resti del convento fondato nel 1044, costituiti dal cortile interno, da un portico a tre arcate e dalle colonne; costruzione interamente in pietra bianca ricavata dalla montagna, con pavimentazione a lastroni e tracce di affreschi nelle navate dell’antica chiesa.
Più a valle sorge il centro abitato di Fara San Martino, con il borgo diTerravecchia con le antiche case e la chiesa di San Remigio, in piazza Piano dei Santi, in cui si scopre la struttura a tre navate e il bellissimo mosaico nella cupola dell’abside. La pasta è l’alimento principe della zona e il consiglio è quello di sedersi in uno dei ristorantini del centro e ordinare un piatto di maccheroni alla chitarra, magari condito con un gustoso sugo di carne d’agnello.
Non lontano dall’abbazia, una frattura nella roccia chiusa da pareti verticali altissime e larga appena un metro forma la Gola di San Martino, da vedere all’interno della Riserva Naturale Fara di San Martino Palombaro.
Solo per gli allenati amanti del trekking, da questo punto è possibile dirigersi verso la vetta del Monte Amaro, un percorso che richiede fino molte ore di cammino, da fare magari in due giorni pernottando al Bivacco Pelino o al Rifugio Manzini. Lungo il percorso si attraversano faggete, prati alpini, boscaglia di pino mugo e anfiteatri rocciosi fino alla vetta. Una varietà cromatica e naturalistica che si presta ad essere esplorata anche da chi invece preferisce una passeggiata più rilassante, fino alla Bocca dei Valloni per esempio, per poi tornare al punto di partenza.