Spunti di viaggio

Cosa mangiare sul litorale marchigiano

I prodotti tipici del litorale marchigiano. Scoprili qui

Riviera del Conero e Picena: il fascino del litorale marchigiano

Il colore intenso dei boschi e della macchia mediterranea rivela a tratti una distesa di mare blu incontaminato. Il litorale marchigiano è tutto da scoprire, a cominciare dalla Riviera del Conero, protetta dal Parco Naturale e teatro di un passato feudale fatto di corti signorili, dame e cavalieri. Un passato importante che ha lasciato dietro di sé tracce significative di chi queste terre le ha abitate nei secoli antichi, un luogo incantato dove la natura sfarzosa presta il fianco al relax e all'attività sportiva. Fra rilassate località marittime e opere d'arte, il Conero sfodera un fascino schivo e austero, con i suoi centri balneari più suggestivi, da Sirolo a Numana. Ma la costa marchigiana è anche Riviera Picena, con San Benedetto del Tronto, oltre 7mila palme di 12 diverse specie che incorniciano 5 chilometri di splendido lungomare, senza dimenticare Cupra Marittima, custode di gioielli artistici e architettonici.

I piatti tipici

Brodetto alla sambenedettese, una zuppa di pesce saporita con peperoni e aceto, olive alla sambenedettese, simile alle ascolane ma farcite con pesce, ravioli e fettuccine con le melecche – le code di scampi sgusciati – e poi i gesuiti, specialità di Acquaviva Picena, una sorta di lasagna ai formaggi cotta in forno. Ma c'è anche la crescia, da farcire con salumi o foie de campo raccolte in campagna, la coda di rospo in potacchio, lo stocco all'anconitana, i frascarelli a base di polenta bianca e moscioli selvatici di Portonovo.

 

Cosa assaggiare

Cutanèi

A Senigallia sono i cutanèi i protagonisti della tavola, degli gnocchetti composti da acqua, farina e poche uova, tradizionalmente conditi con ragù di carne e formaggio grattugiato. Oggi vengono preparati anche con le patate e serviti con anatra, coniglio o castrato.

Biscotti del pescatore

Il nome viene dalla capacità di questi dolcetti di mantenere intatta la propria consistenza a lungo: non a caso erano i biscotti che si portavano nelle lunghe traversate in mare. Per farli occorrono farina, uova, zucchero, burro ammorbidito, uva sultanina, lievito e frutta secca a piacere (solitamente noci, mandorle e pinoli). Sono tipici di Fano.

Crescia

“Crescia e acqua al mattino, polenta o erbe alla sera”: è il tradizionale detto del contadino marchigiano, che faceva di questa specialità la “regina” della dieta quotidiana, secondo quanto scriveva il periodico cattolico “L'eco del Giano" (1906). Ma non fatevi ingannare: malgrado sia da sempre considerata una pietanza povera, veniva servita anche sulle tavole delle famiglie nobiliari, a conferma della sua “trasversalità”.

Ciambelle di mosto

Dolcetti profumati al mosto e l'anice, morbidi e compatti, preparati con latte e farina.

Ciauscolo

Insaccato che gode della dicitura Igp, a base di carni di maiale impastate e insaccate in un budello naturale.

©Gambero Rosso

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