Sembra ormai una tendenza destinata a perdurare nel tempo, quella dello street food, cibo da strada da gustare passeggiando perfetto per chi non ha tempo di sedersi a tavola ma non vuole rinunciare al gusto.
Negli ultimi anni sono stati ideati eventi e manifestazioni di ogni genere dedicati a questi prodotti, ma in realtà in Italia le ricette “da passeggio” esistono da sempre. Dalla rosticceria tipica siciliana alle tante focacce presenti nelle varie regioni, la Penisola ha tanto da offrire quando si parla di street food.
Schiacciata all'olio toscana
La più tradizionale e antica delle focacce toscane, un prodotto basso, cotto nel forno a legna, pizzicato in superficie e condito con olio extravergine d’oliva. Nella versione dei contadini, all’interno dell’impasto (un composto di farina di grano duro, acqua, in alcuni casi latte o vino, sale e olio per condire) si mettevano i ciccioli, che qui prendono il nome regionale di frizzoli.
Panino con lampredotto
Il lampredotto è uno dei quattro stomaci del bovino, l’abomaso, che a Firenze viene generalmente utilizzato come farcia per il panino, insieme alla salsa verde.
Farinata
È una torta salata molto bassa, creata impastando farina di ceci, acqua, sale e olio extravergine di oliva, tipica della Liguria.
Focaccia genovese
A Genova è nota con il nome dialettale di fugàssa (letteralmente “cotta sul focolare”): si tratta di una sorta di pane alto un paio di centimetri, “pizzicato” in superficie e ricoperto da una miscela di acqua e olio extravergine d’oliva, oltre che da granelli di sale grosso.
Focaccia di Recco
Spesso confusa con la focaccia genovese al formaggio, la preparazione tipica di Recco, fugassa de Réccu, è una pietanza unica, con un sapore particolarmente caratterizzato dalla dolcezza della crescenza, di cui è farcita. Gli ingredienti di base sono olio, acqua e sale, mentre il ripieno è fatto con il formaggio che, grazie alle elevate temperature di cottura, si scioglie e diventa molto liquido, fuoriuscendo dalle fessure della sfoglia sottile.
Arancino o arancina
Arancino nella parte orientale, arancina a Palermo: in qualunque modo venga declinato il nome, si tratta di un timballo di riso panato e fritto, ripieno tradizionalmente di piselli e carne, ma presente in diverse varianti, da quella con prosciutto e formaggio a quella alla norma con melanzane fritte e ricotta salata.
Scaccia ragusana
Una focaccia particolare, perché arrotolata su se stessa quasi come fosse una piadina, e chiusa alle estremità a mo’ di calzone. Le sue origini sono molto antiche, e gli strati di sfoglia con cui è composta in passato erano realizzate senza lievito, cosa che richiama il pane azzimo della tradizione ebraica.
Sfincione
Una focaccia alta e morbida tipica di Palermo, arricchita in superficie con una salsa a base di pomodoro, cipolla bollita, acciughe, origano, pezzetti di caciocavallo. In cima, inoltre, spesso si trova anche del pangrattato precedentemente insaporito con olio extravergine e salsa di pomodoro.
Crescia marchigiana
Gli ingredienti di base sono farina (di grano duro o di mais), uova, acqua, sale, pepe e spesso anche lo strutto. È diffusa in tutte le province della regione e conta numerose varianti.
Torta al testo
Una delle specialità più celebri della tradizione gastronomica umbra, chiamata con nomi diversi a seconda della zona. In passato, era una preparazione alternativa al pane, priva di lievito e preparata con ingredienti diversi secondo i casi. Oggi si fa con acqua, farina, bicarbonato e sale, e si cuoce su un piano di ghisa detto “testo”.
Tigelle
Focaccine provenienti dall’appennino modenese che devono il loro nome allo strumento usato per cuocerle: in origine, infatti, venivano cucinate mettendole su dischi di terracotta o pietra refrattaria (le tigelle appunto). Vengono servite con salumi e formaggi locali.
Crescentine
Nel resto dell'Emilia-Romagna sono conosciute come gnocchi fritti, ma a Bologna si chiamano crescentine, e sono degli impasti rigonfi e fritti, da accompagnare a salumi e formaggi del territorio.
Piadine
Pare che il nome derivi dal latino plàdena, che indicava un piatto stretto e lungo. Secondo la ricetta originale per fare la piada servono farina, acqua, strutto, sale e un poco di lievito o, in alternativa, due-tre pizzichi di bicarbonato. Si possono farcire in vario in modo, anche se l'abbinamento più classico oggi è prosciutto crudo, rucola e squacquerone.
Fainè
Una specialità realizzata sia in Toscana, dove viene chiamata cecina o torta di ceci, che in Liguria, dov’è conosciuta con il nome di farinata. In Sardegna prende il nome di fainè, e si prepara soprattutto a Sassari e Carloforte, il comune dell’isola di San Pietro, a sud est della regione.
Panuozzo
Prodotto tipico dei Monti Lattari, soprattutto nell’area di Gragnano, dove è un tipico sostituto della pizza. È una sorta di sandwich allungato creato con l’impasto della pizza, aperto in orizzontale e farcito all’interno (o, più raramente, in superficie). Viene riempito con mozzarella o scamorza, pomodori, verdure grigliate, affettati e salumi di vario tipo, ma anche con acciughe o sarde. Una volta inserita la farcia è rimesso velocemente in forno per scaldare e amalgamare il tutto.
Pizza a portafoglio
La pizza napoletana ha fatto il giro del mondo ed è apprezzata a ogni latitudine: quella a portafoglio è una versione da strada della classica tonda, piegata in due e perfetta da mangiare passeggiando per le vie della città.
Supplì
Un fritto a base di riso al sugo che nasconde all'interno un cuore di mozzarella filante. Il nome deriverebbe da una storpiatura del termine francese “surprise” (sopresa), utilizzato dai soldati d’oltralpe presenti a Roma nell’Ottocento per descrivere la meraviglia del prodotto, che racchiudeva la “sorpresa”, il ripieno di mozzarella filante, all’interno. Da surprise si passò all’interpretazione romana “suprisa”, che si trasformò successivamente in “supprisa”, “supprì” e infine supplì.
Pizza fritta
La storia della pizza fritta partenopea è legata alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando pare sia nata per soddisfare i bisogni di un popolo impoverito, in un tempo in cui anche la classica tonda era diventata un lusso. Le donne iniziarono così a scendere in strada e friggere l'impasto in olio bollente.
Pani ca meusa
Il panino con la milza siciliano è disponibile in due varianti: schietta (semplice) o maritata (con caciocavallo e ricotta).
Panino con la porchetta
Prodotto dei Castelli Romani a base di carne suina cotta, che dal 2011 gode del riconoscimento di indicazione geografica protetta: la porchetta è uno dei prodotti tipici del Lazio, perfetto da gustare all'interno di un panino.
Pizza a taglio
Inventata alla fine degli anni ’50 dai pizzaioli più innovativi, in cerca di un guadagno maggiore e di un modo intelligente per recuperare gli impasti avanzati, la pizza a taglio è oggi uno dei simboli di Roma. In passato, era piuttosto croccante, sottile, ricca di condimento, ma oggi sono tante le declinazioni di questo prodotto, dai tempi di lievitazione alla tipologia di farine scelte.
Brezel
Spesso associato con la cucina tedesca, il brezel in realtà è un pane di origine alsaziana diffuso in tutti i paesi germanici e nel Sud-Tirolo. In passato simbolo di fortuna e prosperità, oggi i brezel sono fra i prodotti da forno più consumati in tutta la regione. Interamente coperti di sale grosso, questi pani dal colore ambrato e la forma annodata sono perfetti come merenda o anche come accompagnamento per salumi e formaggi.
Olive all'ascolana
Preparate con la varietà Tenera Ascolana Dop, farcita con un misto di carni arrostite e poi tritate,
impastate con uovo, parmigiano grattugiato e noce moscata. Vengono fritte e servite ben calde.
Rustici leccesi
Fagottini di pasta sfoglia dalla forma tonda ripieni di besciamella, pomodoro e mozzarella.
Pane e panelle
Le panelle sono delle frittelle di farina di ceci, usate come farcia per le mafalde, panini ricoperti di sesamo.
© Gambero Rosso