Entrare nell'Agriturismo Torrazzetta è come fare un passo indietro nel tempo. Dagli attrezzi agricoli centenari e le attrezzature per la produzione del vino, fino all'anno 1883, inciso sopra la porta d'ingresso. La casa colonica restaurata con cura è una testimonianza del passato. Anche al di là di ciò che l'occhio può vedere, la filosofia di vita lenta dell'agriturismo immortala i tempi passati. Qui la stagionalità determina il cibo nel piatto. Le uve e i vini maturano con la luna crescente, e i deliziosi piatti a base di ingredienti locali sono ancora fatti come una volta.
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L'ambiente nostalgico di Torrazzetta e le sue tradizioni antiche suscitano un senso di benessere in tutti coloro che ne varcano la soglia. Lo si può vedere nelle espressioni rilassate delle persone che passeggiano nel parco e nei volti illuminati dei bambini nell'aia. Lo si sente nelle risate che riempiono il ristorante e nelle allegre grida dei giovani che giocano all'aperto. Un libro degli ospiti trabocca di promesse scritte a mano e disegni coloratissimi di animali della fattoria. Il fascino di Torrazzetta è così irresistibile che anche il suo nuovo membro della famiglia - un cane randagio battezzato Pinot - trovato al cancello tempo fa, si è buttato su una panchina nel cortile e non se ne è mai andato.
Il proprietario Franco Fiori ha trascorso la sua infanzia a Torrazzetta, frazione di Borgo Priolo, ai piedi dell'Oltrepò Pavese. A quei tempi l'azienda agricola faceva leva esclusivamente sull'agricoltura e su suo nonno, successivamente su suo padre, che coltivava grano e uva. Franco scelse un'altra strada, lasciando la vita rurale per frequentare l'università in città presso il Politecnico di Milano. Laureato in Ingegneria delle Costruzioni, inizia una carriera di successo, in una famiglia lontana dalle radici contadine.
Quando suo padre morì nel 1984, Franco ereditò la proprietà e lui e sua moglie Gianna si trovarono di fronte ad una decisione importante: vendere tutto o conservare il patrimonio agricolo della famiglia. La loro scelta di tornare alla terra diede nuova vita a Torrazzetta. Iniziano con l'impianto di nuovi vigneti e la conversione della superficie a certificazione biologica, una mossa radicale che attira lo scetticismo. "Così padâr âl gh à lâsà dü vid e gli ândâmândâ tüt in mâlurâ", si beffò dei vicini in dialetto. "Suo padre gli ha lasciato due vigneti e li sta portando alla rovina". Ma Franco e Gianna erano inamovibili. La salvaguardia dell'ambiente e la creazione di un luogo sano per la crescita dei loro figli ha superato ogni critica o ostacolo sulla loro strada. Nello stesso anno Torrazzetta diventa la prima cantina biologica dell'Oltrepò Pavese.
Mettendo il suo know-how, Franco ha poi ristrutturato la cantina esistente e ampliato gli impianti di vinificazione. Con la crescita della loro attività, i clienti si sono fermati a visitare la cantina e lui e Gianna hanno iniziato a offrire una merenda pomeridiana o a ospitare una grigliata occasionale (barbecue). Non essendoci un luogo di rifugio per i visitatori nei mesi invernali, la coppia ha trasformato uno dei fienili in pietra in un luogo di ritrovo. Poco dopo, alcune bancarelle sono state trasformate in alloggi, pasti improvvisati sono diventati offerte quotidiane e il granaio originale è stato trasformato in sala di ricevimento e sala riunioni. Guidati dallo spirito pionieristico, marito e moglie hanno fatto di Torrazzetta il primo agriturismo della provincia di Pavia.
Nei tre decenni successivi, le poche stanze della fattoria si sono trasformate in 32 stanze. E' stato costruito un nuovo ristorante e sono state aggiunte sale riunioni. La carta dei vini di Torrazzetta è cresciuta fino a comprendere spumante, bianchi, rosati e una serie di rossi come Croatina, Barbera e Pinot Nero.
I prodotti e il vino all'Agriturismo Torrazzetta [VIDEO]
Franco ha fatto da solo ogni passaggio con il massimo rispetto per l'eredità della sua famiglia e per le tradizioni agricole. I vecchi carri del nonno e le attrezzature agricole adornano ogni angolo. Le vecchie doghe delle botti sono state riutilizzate e trasformate in sedie, mentre i tavoli sono stati realizzati con assi di legno un tempo utilizzate come passerelle per il trasporto del grano nel fienile. "Tutto ciò che vedete qui è un pezzo di Torrazzetta e un collegamento con il nostro passato", dice con orgoglio.
Condividere quel passato con gli ospiti è stata la missione di Gianna da quando ha lasciato il suo lavoro di insegnante per gestire il ristorante e l'ospitalità di Torrazzetta. Oggi anche i loro figli, ora adulti, sono tornati tutti ad occupare posizioni nell'azienda di famiglia. Il più anziano, Paolo, gestisce la cucina e si dedica sette giorni su sette giorni alla settimana alla cucina regionale fatta in casa.
Un tour fra i prodotti e gli animali dell'agriturismo [VIDEO]
Sergio supervisiona i vigneti, l'orto biologico e la vinificazione, e la più giovane, Giulia, si prende cura di tutti i loro ospiti insieme alla madre. "Gli agriturismi hanno dato ai giovani italiani l'opportunità di tornare alla terra", osserva Gianna, "e un modo per preservare le nostre tradizioni per le generazioni future".
Avere ruoli distinti aiuta a bilanciare il peso della responsabilità e a soddisfare le esigenze delle attività quotidiane. La domenica a pranzo, Gianna visita gentilmente ad ogni tavolo, Giulia si precipita avanti e indietro dalla cucina e Sergio offre consigli sul vino, uscendo brevemente per dare un occhio ai bambini che si arrampicano sugli alberi. In cucina, Paolo organizza una sfilata di piatti tipici locali, andando di tanto in tanto verso l'orto per raccogliere gli ingredienti direttamente dalla vite.
E papà? Oggi Franco lo vediamo passeggiare per la proprietà, con le mani dietro la schiena. Con sguardo attento e le orecchie tese verso i mormorii dei suoi antenati, sogna il prossimo progetto per l'Agriturismo Torrazzetta.
Foto e testi originali di Adrienne Baumann