Spunti di viaggio

Cinque stranezze naturali

Catini giganti, minuscoli vulcani, orme spaventose e rocce che sembrano animali! Ecco cinque luoghi insoliti per la loro stranezza e cinque buoni spunti affascinanti da scoprire con la macchina fotografica a portata di mano …anche per cogliere  le espressioni stupite o incantate dei vostri compagni di viaggio!

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LOMBARDIA
Marmitte dei Giganti - Valchiavenna (Sondrio)

Poco a nord di Chiavenna si trova una riserva naturale del tutto unica, a cui l’azione dell’enorme ghiacciaio che occupava interamente la Valchiavenna durante l´ultima glaciazione, ha regalato forme quantomeno insolite. Protette dal bosco o lungo i fianchi delle montagne, si nascondono profonde buche dalle forme più strane e, tra queste, alcune forre cilindriche di dimensioni così grandi da meritarsi il nome di “Marmitte dei Giganti”. Il parco regala vedute decisamente suggestive con formazioni imponenti che danno origine a uno degli ambienti più singolari dell´arco alpino, anche per le sue ricche testimonianze storiche e preistoriche.

Non solo natura imponente, ma anche arte contemporanea nei prati e nei boschi del Parco delle Marmitte dei Giganti grazie a Gigart, una manifestazione permanente di installazioni artistiche; un progetto artistico che si sviluppa attraverso la creazione di opere tridimensionali spesso ottenute con sassi, foglie, rami o tronchi che si incontrano lungo il percorso e si integrano nel paesaggio e nell’ambiente stesso quando, alla chiusura della manifestazione, le opere abbandonate, si inseriscono nel ciclo vitale della natura.

Consorzio Promozione Turistica Valchiavenna
www.valchiavenna.com - Tel. 0343 37485

 

EMILIA ROMAGNA
Salse di Nirano - Fiorano Modenese (Modena)

Mettendo piede alle Salse di Nirano direste di essere finiti nell’epoca preistorica, oppure su un altro pianeta, dove la natura è ancora irruente e tumultuosa. Il grigio della terra argillosa forma piccoli vulcani da cui fuoriesce materia fangosa che si deposita aumentando il volume delle formazioni e facendosi più chiara sui cumuli già asciugati dal sole. Si cammina così tra le colline in un paesaggio a tratti lunare a un passo dal tenue borbottio delle salse che, originate da depositi gassosi e liquidi di idrocarburi (metano e petrolio), salgono in superficie e si mischiano con il fango, creando queste tipiche formazioni a cono alte poco più di un metro. Le emissioni sono a temperatura ambiente e per di più salate e, proprio per questo motivo, vengono chiamate “salse”.

La zona di quasi 400 ettari che comprende questo curioso fenomeno è protetta dalla Riserva naturale regionale Salse di Nirano, nel territorio di Fiorano Modenese, interessante area tra i 150 e i 300 metri di altitudine, che vale bene una passeggiata tra suoi vulcanini a cui si accede liberamente, giusto per respirare aria buona e preparare l’appetito ai sapori della tavola emiliana.


TRENTINO-ALTO ADIGE
Le orme dei dinosauri - Rovereto
(Trento)

In un paesaggio oggi così tranquillo e rigenerante, nel territorio dell’attuale Rovereto, grandi rettili lunghi cinque o sei metri e pesanti anche due tonnellate, correvano lungo la riva limacciosa del Mare di Tetide circa 200 milioni di anni fa. Dinosauri erbivori e carnivori del Giurassico, che del loro passaggio hanno lasciato traccia dando forma a uno spettacolo incredibile: le “piste dei dinosauri” un tracciato di impronte fossili grandi anche 30-40 centimetri di diametro, visitabile nella zona dei Lavini di Marco, sul Monte Zugna.

Le orme sono centinaia, suddivise in due gruppi principali: uno più in basso, nei pressi della strada forestale, e l’altro a una distanza di cinquanta metri, più a monte. Il percorso, di facile percorrenza, è tracciato e segnalato da pannelli esplicativi, visitabile in meno di due ore.

Per preservare dal rischio di deperimento il più grande giacimento in Italia di impronte fossili sono stati eseguiti dei calchi delle orme ed è stato digitalizzato il tracciato sul terreno, ricostruendo ipoteticamente le piste e i dinosauri che le hanno percorse, oggi visionabili al Museo Civico di Rovereto.

SARDEGNA
Roccia dell'Orso - Palau (Olbia-Tempio)

Ne parlava già Tolomeo, nel II secolo d.C. e, da allora, non ha mai smesso di essere famosa, tanto da diventare il simbolo di Palau, rappresentata anche sullo stemma cittadino, e da prestare il nome alla punta del promontorio su cui sorge. L’Orso di Palau è l’enorme, imponente e granitica roccia che ricorda il grande plantigrado e domina dall’alto la punta di Capo d’Orso. A un’altezza di 122 metri, si raggiunge camminando lungo il sentiero panoramico che parte dalle case di Forte di Capo d’Orso, tra la macchia mediterranea, e giunge in cima all’altura. Qui, ai piedi del gigante, la vista è incantevole: sul verde circostante, sul mare dai riflessi turchesi e sull’arcipelago de La Maddalena che si trova proprio di fronte. Punto di riferimento per i naviganti, quasi quanto il piccolo faro che sorge sull’ultimo lembo di terra, la roccia è una scultura lavorata dal vento similmente a molte altre, più piccole, che si trovano lungo la rosea costa frastagliata, che il mare ha reso più tondeggianti ma dalle forme ugualmente insolite.

PUGLIA
Grotta della Poesia - Roca Vecchia (Lecce)

Più che di stranezza potremmo parlare di bellezza. L’acqua cristallina che riflette la luce del mattino fa pensare a una piscina naturale, racchiusa tra pareti di roccia bianca. È la Grotta della Poesia di Roca Vecchia, sul litorale adriatico dell’alto Salento, a pochi chilometri da San Foca e Torre dell’Orso. Località facile da trovare poiché si trova nei pressi dell’area archeologica che conserva un antico abitato messapico, risalente al VI-II secolo a.C., insieme ai resti del castello, di epoca successiva. Il mare ha scavato nel tempo la grotta, oggi in buona parte sommersa dal mare, il cui tetto è completamente crollato creando la piscina naturale. Circa 60 metri più avanti, collegata da un canale sotterraneo, si trova la Poesia piccola, altra grotta ma di dimensioni ridotte, interessante anche dal punto di vista storico; sulle sue pareti, infatti, sono conservate le iscrizioni in lingua messapica in onore del dio Thator Andirahas, venerato dalle antiche popolazioni che abitavano questi luoghi. Grazie a una fonte sommersa, in questo che era il suo tempio naturale, il dio donava salvezza, forza e salute. Ma in un posto così… sarebbe stato un compito facile anche per un mortale.  

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