Il percorso in breve
L’itinerario inizia da Taormina, dal panorama che si apre dal Teatro antico verso le spiagge dell’Isola Bella, prosegue lungo il corso del fiume Alcantara fino al canyon naturale delle Gole e termina sul vulcano attivo più grande d’Europa, l’Etna.
È ideale per…
Gli amanti della natura e della grandiosità dei paesaggi, da assaporare sportivamente per i più attivi o con ritmi lenti e percorsi facili adatti a tutti.
Dove soggiornare?
In Sicilia ci sono agriturismi a un passo dal mare e altri molto suggestivi nell’entroterra: scoprili qui.
1° giorno – Taormina, la città sul mare
Taormina è una delle città più belle della Sicilia. Meta turistica e residenziale sin dal tempo dei Normanni, offre scorci e ampie vedute sui piccoli golfi di una costa frastagliata e verde, dall’alto dei suoi 200 metri di altezza.
Entrate a nord da Porta Messina, parte del sistema di fortificazioni che difendeva l’abitato; l’arco lascia intravedere uno scorcio del centro storico che si apre da corso Umberto I, direttrice principale che giunge fino a Porta Catania, a sud della città. Passeggiando s’incontrano Palazzo Corvaja, un edificio arabeggiante costruito sulle forme di una torre cubica realizzata dagli arabi tra il 900 e l’anno Mille, i resti archeologici delle Naumachie, un possente muraglione con 18 grandi nicchie che ospitavano le statue degli dei e degli eroi greci, il Duomo, costruito nel Quattrocento in marmo rosa di Taormina, la fontana barocca e Palazzo dei Duchi di Santo Stefano, con una facciata molto elaborata in stile gotico siciliano.
Il Teatro antico è sicuramente la meta più conosciuta e spettacolare della città. Edificato dai Greci, ricostruito dai Romani, è una cavea scavata nella roccia la cui vista, oltre la scena teatrale, spazia sul mare Ionio, nella baia di Naxos. Una gradinata imponente, lunga 120 metri e alta 20, ospitava il pubblico nelle rappresentazioni teatrali, mentre gli attori si esibivano ai piedi del muro scenico che conserva ancora la forma originale; un piccolo Antiquarium custodisce alcuni dei reperti ritrovati nell’area archeologica.
Per una sosta cercate la Villa Comunale, e riposatevi nel giardino pubblico all’inglese tra vialetti, siepi e aiuole con vegetazione mediterranea, ulivi ed erbe officinali, un tempo parco della villa di Lady Florence Trevelyan, cugina della regina Vittoria.
Per un tuffo nel mare non c’è che l’imbarazzo della scelta. Le spiagge sono prevalentemente di ciottoli e i fondali trasparenti. La spiaggia di Mazzarò è una delle più belle e rinomate, di fronte alla quale l’Isola Bella offre uno spettacolo di natura incredibile, protetta da una riserva naturale e dichiarata monumento di interesse storico-artistico di particolare pregio. Proseguendo verso sud meritano una sosta le spiagge dei Giardini Naxos.
2° giorno – Lo spettacolo delle Gole dell’Alcantara
La natura spettacolare si ritrova verso l’interno, risalendo il corso del fiume Alcantara sulle sponde del quale è stato istituito il Parco Fluviale dell’Alcantara che comprende i comuni attraversati dal suo scorrere. Il più vicino alla costa è Giardini Naxos a cui seguono Taormina, Calatabiano, famoso per il castello medievale, Gaggi e Graniti, noto per la produzione delle ciliegie, Motta Camastra, punto di partenza per l’esplorazione delle Gole e altri borghi.
Visitare le Gole significa entrare nelle viscere della terra, ammirando gli effetti di sensazionali fenomeni naturali. Il canyon delle gole, tra pareti rocciose alte fino a 50 metri, si è originato dal raffreddamento di colate laviche nell’acqua ghiacciata del fiume, dando origine a rocce dalle forme curiose. Per circa 25 metri è possibile addentrarsi nel tratto iniziale del percorso a valle, tra piccoli laghi e cascate di acqua purissima. Una spiaggetta all’imbocco delle gole è accessibile nella bella stagione, fino a che il livello dell’acqua non diventa troppo alto o turbinoso; ci si può anche immergere ma è consigliabile indossare una muta.
Per osservare il canyon da un altro punto di vista si può percorrere il Sentiero delle Gole che costeggia la sponda sinistra del fiume. Percorribile tutto l’anno è l’unico modo per visitare le gole anche d’inverno, quando l’acqua della spiaggetta è troppo alta. Si sviluppa lungo campi coltivati ad agrumeti per circa 1 km; facile e con pendenze moderate, offre affacci nei punti panoramici, come ad esempio la terrazza di Venere o il balcone delle Muse, da cui la vista è sublime. In alternativa, trekking fluviale e body rafting sono i modi più avventurosi per vivere l’esplorazione delle gole.
3° giorno – Il vulcano e il Parco dell’Etna
L’Etna, il vulcano attivo più grande d’Europa, patrimonio mondiale dell’Umanità, è una delle mete più visitate e affascinanti, in ogni stagione: coperto di neve in inverno, d’estate resta scuro e brullo in cima, contornato da un anello di vegetazione solo sotto i 2000 metri.
La zona più suggestiva è sicuramente quella del cratere centrale del vulcano, oltre i 3000 metri, tra colline di roccia e sassi neri. Più in alto è vietato l’accesso per motivi di sicurezza, durante le fasi di attività del vulcano o in condizioni di vento sfavorevole; restano invece mete abbastanza sicure la Torre del Filosofo (2920 metri) e Punta Lucia (2990 metri). L’escursione in vetta può avvenire in molti modi e con diversi gradi di difficoltà: con la funivia fino al rifugio Sapienza o al Piano Provenzana per poi proseguire con i camion fuoristrada, oppure seguendo i sentieri di media o alta difficoltà che camminano tra la cenere lavica, in un paesaggio unico al mondo.
L’Etna è anche una montagna che custodisce ambienti di grande rilevanza naturalistica protetti dal Parco dell’Etna esteso in 58.000 ettari di superficie. Varia e molto ricca è la vegetazione che ospita foreste ma anche vigneti e noccioleti; in quota si trovano foreste di faggio e betulle, l’astragalo e il cerastio; oltre i 2500 metri sopravvivono poche specie che lasciano gradualmente spazio al deserto vulcanico. Qui vivono l’istrice e volpe dell’Etna, il gatto selvatico, il ghiro, il falco pellegrino e l’aquila reale. Protagonisti di boschi e sottoboschi, del cielo e delle zone prative non è difficile incontrarli nei diversi itinerari di trekking all’interno del Parco.
Indossate scarpe comode e calzoni lunghi per percorrere i sentieri che possono richiedere da una a cinque ore, e che consentono di esplorare i versanti della montagna e i punti di maggiore interesse: dal Piano dei Grilli, sul versante occidentale, al Monte Spagnolo lungo la pista altomontana e nei pressi della Grotta del Gelo (l’anfratto formato dalle colate laviche dove veniva conservata la neve per l’estate) o, ancora, i Monti Sartorius dove si concentrano elementi geologici e botanici di rilievo, a cavallo tra la zona boschiva e quella di alta quota.
Oltre alla macchina fotografica portate con voi un cestino per la frutta: a seconda della stagione potrete trovare deliziose specie coltivate dalle aziende agricole della zona, dalle ciliegie alle mele Cola e Gelato tipiche del massiccio, o ancora i pistacchi di Bronte, le fragole di Maletto o il ficodindia dell’Etna: una carica di gustosi sapori e … preziose vitamine.
Foto: Giacomo Carena, e Sicilia! || cc