Spunti di viaggio

La Val d'Orcia, tra arte e paesaggio

Due giorni alla scoperta della Val D’Orcia, un luogo unico riconosciuto dall’UNESCO come Parco Artistico, Naturale e Culturale. Strade bianche e sentieri da percorrere a piedi, in bici o a cavallo, attraversando un paesaggio verde e ocra che incanta gli occhi e il cuore.

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Il percorso in breve
Il percorso inizia da Pienza per proseguire a San Quirico d’Orcia, Bagno Vignoni e Castiglione d’Orcia. Il secondo giorno è dedicato alla visita di Montalcino e Sant’Antimo, per gustare a ritmo lento le meraviglie del cuore dell’Italia.

È ideale per…
Chi cerca un week end tra cultura, paesaggio e buona tavola. Quello che vi proponiamo è un percorso tra i borghi, da fare preferibilmente in auto per gustare il paesaggio che li avvolge, con i suoi vini e i suoi sapori. Da scoprire anche a piedi, in treno o a cavallo per i più sportivi. Per poi farsi coccolare dalle acque calde delle terme.

- 1° giorno: Pienza, San Quirico e dintorni -

Pienza: la città ideale

Si inizia da Pienza, sogno del Papa umanista Pio II (Enea Silvio Piccolomini) che trasformò il suo borgo natale Corsignano in un grande esempio di urbanistica rinascimentale, quella “città ideale” che nei suoi progetti avrebbe dovuto rivaleggiare con Siena.

La metamorfosi durò cinque anni a partire dal 1459, e si interruppe per la scomparsa dell’illustre ideatore. Del progetto originale rimangono Corso Rossellini e piazza Pio II dove si cammina sul selciato attorno al pozzo in travertino, circondati dalla bellezza della Cattedrale, del Palazzo Comunale, di Palazzo Borgia e Palazzo Piccolomini.
Spiccano le forme rinascimentali della Cattedrale, con la facciata coronata da un timpano triangolare con lo stemma di Papa II, e un interno a tre navate con cinque cappelle absidali. Palazzo Piccolomini, concepito come residenza del pontefice, racchiude un cortile porticato, che dà accesso al giardino pensile da cui si apre uno straordinario panorama.

Camminando a naso in su tra i vicoli, in uno slargo di corso Rossellini si incontra la duecentesca chiesa di San Francesco, che conserva importanti resti di pitture trecentesche. La passeggiata può essere completata percorrendo il panoramico perimetro esterno da cui si vede la Pieve di Corsignano poco fuori le mura, magari approfittando per una sosta ai tavolini dei bar inondati di luce fino al tramonto.

Lasciatevi poi sedurre dai sapori e, se vi fermate per pranzo, scoprite il Pecorino di Pienza, gusto forte stagionato in barrique di legno di rovere per almeno 90 giorni.

Lungo la Via Francigena

Poco meno di una decina di chilometri di curve tra vigneti e ulivi collegano Pienza a San Quirico d’Orcia costruito lungo la Via Francigena, dove aggirarsi tra le stradine lastricate e le facciate in pietra fino alla Pieve romanica e alla piazza centrale con la Chiesa di San Francesco.

In pochi passi, da questa, si arriva agli Horti Leonini, classico esempio cinquecentesco di giardino all’italiana che merita sicuramente una passeggiata.

La sosta in paese è solo l’antipasto ai dintorni: Bagno Vignoni è un pugno di case che racchiude una “piazza d’acqua”; al suo centro si trova infatti la grande vasca termale da cui sgorga acqua calda, ancor più suggestiva nei mesi freddi per il vapore che sprigiona. Frequentata dagli etruschi e dai romani, ospitò l’illustre Papa Pio II, ma anche personaggi famosi come Lorenzo il Magnifico e, da allora, la sua struttura è rimasta immutata nel tempo; a breve distanza è possibile ammirare il Parco naturale dei mulini.

Le acque di Bagno Vignoni, che fanno capo al grande vulcano spento del Monte Amiata, trovano notorietà anche a Bagni San Filippo che, venti chilometri più a sud, unisce alle proprietà terapeutiche del centro termale lo spettacolo naturalistico del Fosso Bianco, dove le sorgenti di acqua calda creano curiose formazioni calcaree e un susseguirsi di pozze immerse nel bosco.

Ancora ondulazioni e colline fino all’altura con Castiglione d’Orcia e la frazione medievale di Rocca d’Orcia dominata dalla Rocca di Tentennano, strategico insediamento di avvistamento nel corso della storia, e luogo di battaglie tra senesi e fiorentini che se la contesero. La piccola fatica della salita alla cima del torrione è ripagata da una vista grandiosa che spazia sui tetti delle case circostanti e sull’intera vallata.

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- 2° giorno: Montalcino e Sant’Antimo -

Montalcino: il sapore del borgo

A breve distanza da San Quirico d’Orcia si trova un altro famoso e affascinante nucleo. Montalcino, famoso nel mondo per la produzione del Brunello, si trova su una collina quasi al confine con il grossetano, abbracciato da un paesaggio di vigneti. Le mura medievali e la fortezza, modello di architettura militare senese con le duecentesche torri, lo proteggono offrendo un’ottima visuale sull’abitato e le campagne circostanti.

Accanto alla fortezza e attigua al convento omonimo – oggi museo - si trova la chiesa Sant’Agostino del XII secolo, con l’essenziale facciata romanica, le splendide finestre e alcuni affreschi trecenteschi.

Piazza del Popolo è invece il cuore del borgo e accoglie una bella loggia ad arcate gotiche e il Palazzo dei Priori con la svettante torre medievale e gli stemmi araldici dei podestà succedutisi in città. Passeggiando è impossibile non entrare in una delle locande per gustare i piatti della tradizione come i pici, larghi spaghetti fatti a mano da provare con i robusti sughi toscani, accompagnati, ovviamente, dai vini locali.

Sant’Antimo: suggestione d’altri tempi

Una deviazione quasi obbligatoria è quella verso il complesso monastico di Sant’Antimo. Colori e profumi si mescolano con i suoni ovattati della campagna che diventano silenzio davanti a una delle più importanti testimonianze del romanico. La leggenda narra l’origine della sua fondazione per mano di Carlo Magno che la volle lungo la Via Francigena, nel luogo dove il suo esercito, colpito dalla peste, ritrovò la salute.

Si tratta forse solo di leggenda… di sicuro la suggestione non manca fin dal primo momento in cui l’abbazia appare dall’alto della strada, adagiata in una conca.

La chiesa, in stile romanico con notevoli influenze francesi, è realizzata in travertino locale e affiancata da un campanile a pianta quadrata, staccato dall’edificio principale. Facile lasciarsi suggestionare dal luogo e immaginare i pellegrini di un tempo trovare ristoro tra queste mura.

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