Una costa frastagliata e bellissima, quella abruzzese che va da Giulianova a Vasto, passando per Pescara. A catturare l'attenzione dei viaggiatori è sicuramente quella del basso chietino, la Costa dei Trabocchi, così chiamata per via delle strutture che emergono dal mare, tracciando una linea di collegamento fra acqua e terra, avamposti che consentono agli abruzzesi di pescare senza allontanarsi dalla riva, calando le grandi reti da queste macchine fatte di travi di legno e funi.
Non si può dimenticare, però, Pescara, una delle province più vivaci sul fronte gastronomico, con una tradizione solida in perfetto equilibrio fra piatti di mare e di terra, una cucina antica rimasta ferma nel tempo senza mai risultare banale. E poi il litorale teramano, con i tanti borghi che si susseguono lungo il perimetro verde che si staglia sul mare. Il profumo del mare si ritrova a tavola, fra zuppe corroboranti e fritti misti, e si mescola a quello del grano, che da anni permea il comune di Fara San Martino, che ha fatto dell'antica tradizione cerealicola il proprio punto di forza.
I piatti tipici
Re indiscusso della cucina è il brodetto di pesce alla vastese o alla giuliese. La ricetta varia di poco, principalmente nell'uso del pomodoro: rossa a Vasto, bianca a Giulianova. Una preparazione antica e di umili origini, nata dall'esigenza di riutilizzare i pesci invenduti, quelli rovinati dalle reti, che in principio prevedeva la cottura in un tegame di coccio con acqua di mare, olio, cipolle, aglio e peperoncino. Fra i primi, nella costa teramana dominano le scrippelle 'mbusse, le virtù, minestra di pasta, legumi e verdure dalla cottura lenta e elaborata, e i ravioli dolci di ricotta, con ripieno zuccherino e conditi con sugo di pomodoro. Tra i secondi spicca il tacchino alla canzanese, insaporito con sale, pepe, alloro e aglio e cotto nel suo brodo, accompagnato dalla 'ndocca 'ndocca, ricetta basata sulle parti meno pregiate del maiale tagliate a pezzetti piccoli e cotte lentamente.
Cosa assaggiare sull'Adriatico
Pizza scima
La parola scima deriva dal dialetto acime, ovvero azzimo. L'origine di questo prodotto è infatti da ricercare nel retaggio delle numerose comunità ebraiche un tempo presenti in Abruzzo. Si tratta di una focaccia croccante tradizionalmente cotta sotto il coppo.
Scrippelle
Una delle ricette più popolari della zona di Teramo, dove queste crespelle vengono arrotolate su se stesse e servite in brodo cosparse di pecorino e parmigiano.
Parrozzo
Nato a Pescara nei primi anni '20 dalla creatività del pasticcere Luigi D'Amico, il nome del dolce si ispira al panerozzo, una pagnotta rustica a base di granoturco che i contadini erano soliti portare nei campi.
Maccheroni con lu ceppe
Con il termine ceppesi intende il bastoncino di legno usato per confezionare la pasta. È da questa parola che derivano i maccheroni con lu ceppe, strisce di pasta all'uovo (con aggiunta di olio d'oliva) avvolte intorno al legnetto in modo da ottenere dei grossi bucatini.
Bocconotto di Castel Frentano
Un dolce a base di pasta frolla all'olio d'oliva, ripieno di cioccolato, mandorle tostate e tritate e cannella, e spolverato di zucchero a velo.
Lingue di suocera
Una specialità dolce della provincia di Chieti, dei biscotti sottili di farina di farro, mandorle tostate e grappa, solitamente consumati a fine pasto per accompagnare liquori o vino dolce.
Fegatazzo di Ortona
Un insaccato prodotto a partire da guanciale, ventresca, milza e polmone, mescolate a scorza d'arancia, aglio, peperoncino e sale. Dopo l'insaccatura, si conserva sott'olio.
©Gambero Rosso
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