La via Emilia, che unisce da Ovest a Est - da Piacenza a Bologna - gli estremi dell’Emilia Romagna taglia in due la Food Valley d’Italia: da un lato la rigogliosa "Bassa" dove l’abbondanza, il maiale e la nebbia danno vita a sapori "ricchi"; dall'altro le vallate appenniniche che si spingono fino al crinale e a lambire - con significative contaminazioni del gusto - le più "povere" culture gastronomiche della Liguria e della Toscana, caratterizzate dai prodotti della montagna.
A questa divisione legata al territorio se ne aggiunge una seconda, di origine storica: dal Rinascimento al Risorgimento la vasta pianura è stata frammentata in differenti Stati e la vita e l'attività delle Corti ha creato specificità, anche a livello gastronomico, ancor oggi palpabili, tanto da contrapporre la gastronomia "Farnesiana" di Parma e Piacenza, dai colti riferimenti romani, francesi e spagnoli, alla raffinatissima e innovativa cucina "Estense" di Modena e Reggio. Si intrecciano, in questa zona, anche i percorsi della Francigena, la via che a partire dal Medioevo conduceva i pellegrini a Roma, unendo col registro del Romanico mediopadano un'area ampia e suggestiva, caratterizzata anche da zone di elevato interesse naturale e ambientale.
Piacenza "capolinea" della Via Emilia, è città di confine, lambita dal Po e con lo sguardo alla Lombardia e a Milano, il fianco al Piemonte e le spalle all'Appennino e alla Liguria. Tra le mura dei suoi palazzi si intrecciano lo stile gotico, barocco e romanico, regalando ai visitatori capolavori quali le straordinarie sculture equestri di Piazza Cavalli, il Duomo, eretto fra il 1122 ed il 1233 con una cripta suggestiva retta da una selva di colonnine, e Palazzo Farnese, sede dell'Archivio di Stato e del Museo Civico.
La gastronomia piacentina presenta interessanti contaminazioni lombarde, piemontesi e liguri, pur costituendo un punto fermo nella cucina emiliana. Tra i piatti tipici ricordiamo i pisarei, gnocchetti con sugo di fagioli, la bomba di riso, i tortelli "con la coda", una qualità di anolini particolarmente ricchi di formaggio, senza dimenticare i salumi tipici e i vini dei colli piacentini (Gutturnio, Bonarda, Trebbiano, Malvasia) che degnamente affiancano una cucina così ricca di sapori.
Altrettanto generoso, dal punto di vista sia artistico e gastronomico è il territorio circostante, tra le colline ricoperte di rigogliosi vigneti punteggiate di ville e castelli, centri e borghi antichi, alcuni dei quali toccati dalla Via Francigena, l’antica via dei pellegrini.
Lasciandosi alle spalle i vigneti che producono le uve bianche per il Trebbianino DOC, si risale rapidamente la valle fino ad arrivare, in una conca del fiume, all’importante città d’arte di Bobbio, con l’antichissima Abbazia di San Colombano, per poi riprendere il tracciato della Via Emilia verso la cittadina di Fidenza, che conserva la straordinaria Cattedrale romanica del XII secolo.
Proseguendo verso il Po, attraversando la ricca campagna emiliana, ci fermiamo per una sosta nella cittadina di Busseto, che raccoglie importanti testimonianze storiche e artistiche e numerosi riferimenti a Giuseppe Verdi, che qui nacque e visse.
Attraversando l'uniforme campagna ricca di prati e di allevamenti di mucche da latte da cui si ricava il pregiato Parmigiano Reggiano, incrociando anche la "Strada del Culatello", si raggiunge il pittoresco borgo di Soragna, raccolto intorno alla trecentesca e quadrangolare Rocca dei Meli Lupi, sontuosa residenza principesca. Da qui, la lunga e rettilinea strada Cremonese, tracciata in epoca farnesiana dal fiume Taro alla città, approda a Parma.
La via Emilia: da Parma a Reggio Emilia
La via Emilia: da Reggio Emilia a Modena
La via Emilia: da Modena a Bologna
Cinque tappe del gusto lungo la via Emilia:
- A Busseto Sotto i portici del borgo diversi negozi storici e caratteristici consentono l'acquisto di Culatello, salumi, formaggio Parmigiano e Lambrusco. Da non dimenticare, poi, di acquistare a Busseto (città del pane), la tipica Spongata, di cui lo stesso Verdi era ghiotto
- A Parma: anolini e tortelli di erbette, punta al forno ripiena, asparagi e tartufi, ottima pasticceria (fra cui ricordiamo la tradizionale Spongata natalizia in numerose varianti) da innaffiare con Lambrusco e con i locali Vini dei Colli, Nocino (che vanta la sua patria a Noceto) e molti altri prodotti si possono acquistare nello storico mercato cittadino della "Ghiaia"..
- Un altro acquisto da non lasciarsi sfuggire è la celebre fragranza Violetta di Parma (a cui Borsari ha dedicato anche un fragrante museo) voluta e amata dalla duchessa Maria Luigia d’Austria.
- A Canossa: Della zona sono alcuni prodotti tipici di pregio, come l'aceto balsamico tradizionale reggiano la pancetta canusina, il salame fiorettino e il Salame di Canossa o di Castelnovo Monti
- A Spilamberto è d'obbligo assaggiare i rinomati amaretti, diversi da quelli modenesi, citati dalla tradizione gastronomica locale fin dal XVII secolo a base di mandorle dolci e amare, morbidi per la presenza di albume montato a neve.